venerdì 16 maggio 2025

UNA DONNA CHE STIRA CANTANDO


UNA DONNA CHE STIRA CANTANDO. Io spero che Umberto Tozzi, nella sua epica "Ti amo", non abbia voluto davvero fare riferimento a una casalinga che mentre lui è fuori per concerti gli stira i vestiti, addirittura cantando, magari proprio "Ti amo". Mi rendo perfettamente conto, invece, che deve essere andata proprio così: lui, preso dalla sua nuova canzone, un inno all'amore che in breve avrebbe fatto il giro del mondo anche tradotta in tutte le lingue, chiede lenzuola di lino e sottane sulla luce a una donna con la quale sta terminando la relazione e, a deciderlo, sarà un metaforico soldo in aria - se viene testa vuol dire che basta, lasciamoci, quindi nella più completa indecisione. Poi fa marcia indietro e si rende conto, mentre scrive il testo, del suo basico istinto: vuole una donna che stira, primo, e una donna che stira cantando, secondo. 

L'uomo di quei tempi non valorizzava la donna, questo è certo, e non mi metterò qui a criticare più di tanto una canzone che ha fatto da colonna sonora a tutti gli anni Ottanta, alle storie d'amore, al dolore, alle lezioni in palestra, alle gite in macchina, mentre tutti urlano "ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo". Amo questa canzone ma, nemmeno da ragazzina, ho mai amato, a proposito di ti amo, il riferimento al guerriero di carta igienica e alla donna casalinga, che sempre mi ha reso una dissonanza cognitiva tra l'emozione che il bel brano mi dà e ciò che, invece, le sue parole lasciano intendere. Voleva davvero, l'uomo specchio di Tozzi di quei tempi, una donna che a casa stirasse i suoi panni, e il cui istinto sessuale veniva caricato dall'idea che lo facesse cantando? Non solo.

"Comando io" lo dice, però poi si dà una calmata con "ma tremo davanti al tuo seno", ed anche questo sa molto di donna oggetto. Lui comanda e perde un attimo il controllo solo dinnanzi all'ipotesi sessuale del suo pomeriggio, così "ti odio e ti amo", si sente di dire, "è una farfalla che muore sbattendo le ali l'amore che a letto si fa". E poi, nell'apice dell'amplesso, eccolo dire: "Oggi ritorno da lei" e, poco dopo il primo maggio su coraggio, chiede perdono e nuovamente chiede che lei gli riapra la porta, lui, il guerriero (di carta igienica) che la prende un po' in giro "prima di fare l'amore" e le domanda di vestire la rabbia di pace, che lei accetti tutto questo di lui prima che lui vada nuovamente via tra le sottane sulla luce.

Credo che questa canzone abbia, dell'amore patologico, tutto. Continuerò a cantarla in macchina a tutto volume come tutti abbiamo fatto per una vita: non capendone il senso. È, sicuramente, meglio fraseggiare le sue parole sconnesse piuttosto che collegarle. Su coraggio, perché ce ne vuole tanto.

Romina Ciuffa, 16 maggio 2025

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